Fin da piccolo la vita è stata chiara con me, salite ripidissime, tanti doveri, sguardi di disapprovazione da mio padre, pochi amici costanti, ma tante piccole comparse, gli sfottò del gruppo.
Non ero forte, anzi piuttosto gracilino, se paragonato a quel padre che Uomo lo era fino in fondo.
Uomo, chi era per me mio padre? Uno tutto di un pezzo, uno che non piangeva, uno che andava a pescare per trovarci il cibo, spalle larghe e noi fragili ospiti del suo protettivo amore. E chi ero io? Io ero un disastro, un combinaguai, arrivato troppo presto, un disordinato cronico, un piccolo bimbo incapace di trovare il proprio posto nel mondo, intelligente, ma solo.
Quel bambino crebbe e si allontanò dalla gente che lo sfotteva, per avvicinarsi a gente che lo rispettasse, anche per timore, non importava, bastava cibarsi del loro rispetto.
Rispetto ottenuto come? Non sbagliando mai, avendo sempre la risposta piu intelligente, facendo le cose non solo bene, ma anche velocemente.
La velocità per anni è stata la mia stella polare, ero convinto che a parità di qualità, chi facesse le cose nel minor tempo fosse “migliore”.
Migliore di chi? Di tutti!!! E perché il bisogno di essere migliore di tutti? Per dimostrare che anche quel bambino non fosse sbagliato? Per dimostrare a mio padre che non esiste solo un modo ( il suo) di essere giusti?
Per me la psicoterapia è stato questo, capire che tutti abbiamo problemi, spesso legati a traumi infantili, che non è giusto imputare ai nostri genitori, perché han fatto il meglio in loro potere.
Questa è una grande verità, ma non deve essere la scusa per non vivere una vita piena, per alienarsi dal mondo, per non trovare il proprio posto nel mondo.
Io lo sto cercando, ma grazie anche a Voi adesso ho più armi per cercarlo, con calma.
Ora non solo son sicuro di non dover essere migliore di nessuno per meritarmi rispetto, mi son reso conto di avere dei limiti, ho imparato a conoscermi, accettarmi e pian piano addirittura a volermi bene!
Ho permesso a quel pilota di togliersi la benda, osservare il percorso, gustarselo, nella consapevolezza di non avere fretta e di quanto, quest’ultima, limiti la mia sensibilità.
“Imagine all the people living for today”.
Grazie mille terapeuta, grazie mille a me.