Serena è una giovane ragazza che arriva da me perché si sente ingessata, intrappolata dentro se stessa. Non riesce ad avere dei legami affettivi con ragazzi che le piacciono per più di uno o due mesi. Ad un certo punto taglia i rapporti. Non si fida. Il legame profondo la spaventa.Teme e allo stesso tempo desidera l’amore. Un conflitto paralizzante. Dopo qualche mese di lavoro terapeutico incontra Alessio. Un ragazzo spontaneo, aperto, disinvolto, che la fa tanto ridere con la sua schiettezza e che apre uno spiraglio nel suo cuore corazzato. La storia, con stupore di Serena, dura. Le piace stare con lui, amore e tenerezza si affacciano nella sua vita, lo spazio del cuore inizia a dischiudersi. Ora che è meno in fuga da sè e più disponibile ad entrare in una relazione profonda con se stessa anche l’intimità con l’altro è meno spaventosa e il terreno diventa fertile per andare ad esplorare quali antiche paure si nascondono dietro la sua armatura difensiva.
“A volte vorrei riuscire a condividere più cose intime di me con Alessio, ma non riesco. Mi blocco”, dice Serena.
“Cosa senti che ti blocca?”, le chiedo.
“Non so, mi viene l’immagine di lui come tutto aperto e un’immagine di me quasi totalmente chiusa. Ogni tanto apro uno spiraglio e poi mi richiudo”, mi dice, mimando con il corpo un movimento in cui si chiude avvolgendo le braccia intorno al corpo e poi le schiude leggermente.
“Capisco. Se ora provi a chiudere gli occhi e ad immaginare di aprire pian piano le braccia, sempre un po’ di più, cosa senti che accade?’, le chiedo partendo dall’immagine che Serena stessa mi ha portato e da quel movimento corporeo che racconta tanta verità.
“Mi vengono in mente i cavalieri del Medioevo, sai quelli con lo scudo e l’armatura?”.
Annuisco.
“Ecco a me sembra che se io mi spoglio della mia armatura o sposto lo scudo, arriverà all’improvviso un nemico a trafiggermi il cuore”, dice Serena.
“Quindi pare ci sia un senso di minaccia e pericolo se tu ti liberi della tua corazza, un attacco improvviso”.
“Proprio così. Non so da dove arrivi ma questa cosa io la sento da sempre”, ribatte Serena.
“Cosa stai provando Serena mentre mi dici queste cose?”, le domando.
“Sento un senso di turbamento”.
“Dove lo stai sentendo nel corpo?”.
“Lo sento nel petto”, mi dice visibilmente scossa da questa sensazione.
“Ti andrebbe di esplorare più da vicino, con un lavoro corporeo, cosa sta accadendo dentro di te?”, le chiedo.
Un po’ timorosa e titubante accetta.
“Prova ad assumere la posizione del grounding Serena”.
In Bioenergetica è una postura corporea che favorisce l’approfondimento e il contatto con le proprie sensazioni emotive e corporee.
“Appoggia la mano sul petto e immagina di portare li’ il tuo respiro e la tua attenzione…datti tempo…”, proseguo.
“Ho sentito il contatto con il mio seno e questo mi ha rassicurata”,mi dice quasi subito.
Serena cerca un luogo sicuro prima di affrontare i suoi fantasmi. A volte mi stupisce quanto i pazienti facciano tutto da se’ se si riesce a stare nel fluire del processo senza sforzo e pressione, ma in un’attesa delicata e ferma di ciò che è già li’ pronto ad emergere.
“Bene Serena, sarà un luogo sicuro a cui poter tornare in ogni momento, anche durante l’esperienza che adesso faremo. Le propongo un lavoro di radicamento sulle gambe unito ad un uno di mobilizzazione oculare. Il lavoro sugli occhi lavora in profondità, ad un livello sotto-corticale, andando a sciogliere tensioni emotivo-corporee antiche e spesso legate a vissuti traumatici.
“Sento una sensazione dentro che mi suggerisce di non spalancare gli occhi. Non riesco”, dice Serena.
“Si chiama resistenza”, le dico con un sorriso rincuorante e incoraggiante. È naturale che questo accada”.
Tendiamo inconsciamente a negare e non voler vedere o sentire vissuti che abitano al nostro interno perché in passato abbiamo sentito che superavano la nostra capacità di fronteggiarle. Oggi con le nostre risorse adulte non è più così. È possibile riattraversare quei vissuti spaventosi e dolorosi per lasciarli andare e liberarci dalla prigione interna in cui ci recludono.
“Prova Serena a vedere se puoi respirare,per quanto ti è possibile, dentro questo blocco, come se tu potessi andare un pezzettino al di là’ di questo muro interno che non ti permette di aprire gli occhi e vederci chiaro”.
Man mano procede osservo nel corpo di Serena che si sta qualche nuova possibilità. Affonda di più sulle gambe, gli occhi a fatica pian piano si spalancano sempre un po’ di più, iniziano a lacrimare. Le gambe vibrano. Vedo il suo coraggio di andare oltre la sua resistenza per guardare in faccia i suoi presunti ‘nemici’ interni.
Dopo un po’ di questo lavoro le propongo una pausa.
“Cosa stai sperimentando Serena? Ci sono immagini, sensazioni del corpo, ricordi o emozioni che richiamano la tua attenzione?”.
“Provo una sensazione strana. Un misto di tremore e paura, una paura di aprirmi e lasciarmi andare…e poi al contempo sento una vibrazione interna (in Bioenergetica è un segnale di riattivazione della vitalità del corpo) unita a bagliori di luce e poi…un senso di vitalità e calore.”
“Bene Serena, qualcosa si sta sciogliendo. Man mano riattraversi la paura e il tremore interno legato ad un’area probabilmente traumatica, si riaccende anche la vitalità che era intrappolata in casseforti corporee create inconsapevolmente per rimuovere quella paura. Ti va di continuare ancora un po’ questo lavoro corporeo sugli occhi?”.
Annuisce.
Dopo un po’ le richiedo cosa stia accadendo.
“Il tremore e la paura sono andati via. Sento un calore che parte dai piedi e mi pervade tutto il corpo. Che sensazione strana. Non so da dove arrivi ma mi piace! La vibrazione continua”, mi dice con un sorriso meno impacciato del solito e lo sguardo più aperto e vivo.
“Bene Serena, c’è una riattivazione energetica in corso. Se ora provi ad immaginare davanti a te quella scena che hai visualizzato all’inizio, in cui lasci andare l’armatura e qualcuno potrebbe trafiggerti, che succede?”.
“Mi viene in mente la scena di un libro che mi piace moltissimo. C’è un imperatrice che viene abbandonata dall’imperatore e anche dal suo esercito e si ritrova a combattere da sola i suoi nemici. Ad un certo punto una luce dal cielo la attraversa ed entra dentro di lei…e questa luce è così forte e potente che abbaglia i nemici e li sconfigge. Ecco, io mi sento così. Solo che la luce la sento dentro! Insomma, io ora sento che se mi apro alla luce che ho dentro, loro, quei nemici, andranno via e non ci sarà più motivo di aver così paura di aprirmi…e di amare”.
Che commozione.