Paura d’amare

Non troveremo quella sicurezza nell’amore di un altro ma soltanto nell’amore che proviamo per noi stessi. Quando tutto il corpo è pervaso da amore e disponibilità verso gli altri proviamo un senso di soddisfazione che ci dà l’esperienza dell’amore di sé. Quando quel sentimento si rivolge ad un’altra persona viviamo la felicità di amare un altro.

Alexander Lowen

“Dottoressa, ma come mai nonostante desideri fortemente una relazione non trovo un compagno da amare e che mi ami? Ma com’è possibile se lo ricerco così tanto? A volte mi sento straziata da un senso di solitudine lancinante”, dice Elena, trentacinquenne, alla disperata ricerca della sua anima gemella.

“Immagino sia faticoso sentirsi così. Che ipotesi fa sul perché accade questo?”, le chiedo.

“Lo sa anche lei. Sono sfortunata e incontro solo uomini assurdi da cui è meglio stare alla larga oppure quelli che mi interessano scappano. Perché mi fa queste domande? Dove vuole arrivare?”

“In realtà mi stavo chiedendo se lei sente che le è utile attribuire alla sfortuna la causa del suo disagio”.

“Utile? Mah, non saprei, non me lo sono mai domandata, penso che sia così e basta.”

“A cosa le serve pensare così, credere che tutto dipenda dal fato?”

“Mi serve per dare una spiegazione a questa situazione orribile”

“E poi…?”

“A dare un senso alla mia disperazione”.

“E poi…?”

“A rassegnarmi al mio triste destino…”, dice Elena strozzando in gola le sue lacrime.

Guardo i suoi occhi e vedo il suo dolore…e la sua rabbia.

Elena capisco ciò che prova”. Mi guarda in cerca di conforto. “Adesso vorrei sostenerla in una esplorazione dentro di sé che le permetta di non accontentarsi di ciò che sente in superficie. Che ne dice? La guiderò in una fantasia che le sembrerà bizzarra o forse un po’ banale. Le chiedo di provare ad avvicinarsi all’esperienza senza giudizio. Provi a chiudere gli occhi e ad immaginare di avere di fronte a lei il compagno dei suoi sogni. Lo posizioni dove preferisce nella stanza.”

“Lo sto immaginando, è dall’altra parte della stanza! E’ proprio lui, il mio uomo ideale”.

“Benissimo, ora provi a respirare profondamente e immagini che lui si avvicini a lei sempre di più, sempre più vicino…e resti in ascolto di ciò che le accade nel corpo, di quali emozioni prova.”

“Cosa vuole che provi, sarei al settimo cielo, non è necessario questo esperimento”.

“Beh ma sa Elena, non ho dubbi che lei sia più che certa di questo ma io e lei qui siamo come degli scienziati, abbiamo bisogno di verificare attraverso l’esperienza diretta e non ci accontentiamo di raccontarcela, ricorda?”, le dico con voce complice.

Sorride. “Ok ok ho capito, provo”.

“Lui si avvicina e lei resta in un ascolto profondo di cosa le succede”, riprendo io.

“Sento lo stomaco che si stringe, sarà l’emozione…è un gran bell’uomo dottoressa!”

“Esplori, si dia il tempo. Che sensazione sente nel suo stomaco che si contrae man mano lui si avvicina?”.

“Ora inizio a sentire anche le spalle che si chiudono in avanti, come a protezione del petto, e mi sento tirare indietro con il busto”.

“Si, lo sta realmente facendo”

“E sento arrivare ansia…”

“Ansia…”, ripeto io.

“Anzi no…oh mamma, ma com’è possibile…dottoressa sto sentendo…oh caspita, sto sentendo una grande paura e una gran voglia di scappare!”.

“Si, lo sento anche io…e vorrei ora tornare alla mia domanda iniziale. Alla luce di ciò che sta sperimentando forse ha risposte diverse. A cosa le serve pensare che il non trovare un uomo dipenda dalla sfortuna?”.

“Oh si certo, ora forse mi è tutto più chiaro. Credo che mi serva a proteggermi da questa enorme paura di aprirmi davvero all’amore. In fondo se resto nel mio vittimismo, si insomma, nella mia lamentela, nella mia rabbia e nella ricerca del compagno ideale che non esiste nella realtà, posso scappare in eterno dal terrore che ho di incontrare davvero qualcuno…mi sento stupita, anche un po’ confusa…io non pensavo…”, si interrompe come se stesse prendendo tempo per riorganizzare nuove informazioni al suo interno.

“Io credo che essersi concessa di sentire qui e ora questa paura sia il primo importante passo per iniziare a liberarsene. “

Elena apre gli occhi, sono diversi da quando è entrata nella stanza.

“Che strano, mi sembra di vederci meglio!”

“E’ esattamente ciò che sta accadendo, ha appena iniziato a vederci chiaro dentro di lei”.

Molti uomini e molte donne confondono il desiderio dell’amore con l’amore stesso. Pensano che se solo troveranno l’uomo o la donna che li amerà pienamente potranno a loro volta aprirsi all’amore. Si tratta molto di frequente di una ricerca ideale che non fa i conti con la verità di un cuore ferito dai suoi “primi amori infantili” e quindi è guardingo, sfiduciato e spaventato dalla possibilità di riaprirsi con fiducia a qualcuno. Queste persone sono poco consapevoli delle tensioni corporee attorno alla zona del torace che contengono questa paura e che lasciano il cuore in una sorta di prigionia. Paura del rifiuto, dell’abbandono, del controllo dell’altro, dell’umiliazione e così via.

Ci portiamo dietro bisogni inappagati che entrano in gioco nelle nostre questioni amorose.

Quando si fa fatica a trovare l’amore il vero problema spesso non è quello più apparente, ma ha a che vedere con la crescita dell’individuo, con quanto quella persona è diventata o meno adulta, con quanto avrà sanato i suoi bisogni infantili inappagati e fatto i conti con i suoi fantasmi interni per diventare un uomo o una donna.

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